Insieme ai suoi compagni, il Custode Yanomami di Matteo Pugliese diffonde la sua forza protettiva nell’area più ‘sacra’ di Tenuta Mara, l’anticamera da cui si accede alla produzione del vino, alla conservazione e alla cantina.

Pugliese ha iniziato la serie dei Custodi dalla fine degli anni novanta, spinto dal desiderio di dare forma a una figura rassicurante che infondesse fiducia ed equilibrio. Presenze scultoree antropomorfe, un po’ misteriose, che abitano lo spazio e rispondono al bisogno dell’uomo di affidarsi a valori trascendenti, richiamando lo spirito di antiche culture ancora presenti nel mondo.

Gli Yanomami del Sud America, sono una tribù che risale a 15 mila anni fa e che vive in relativo isolamento nella foresta, dove di dedica alla cacciagione, alla pesca, alla raccolta di frutti selvatici, alla coltivazione di manioca, patata dolce, papaia, banane; una popolazione  resiliente nonostante sia stata decimata a causa delle malattie portate dai non-indigeni che hanno invaso le loro terre, soprattutto dagli anni settanta con l’inizio della corsa all’oro in Amazzonia.

Il possente cacciatore Yanomami di Pugliese, avvolto in un drappo rosso, reca la lancia e il coltello e porta amuleti alle orecchie, ma si mostra tranquillo e in pace; evoca una cultura socialmente egualitaria, animista e dunque profondamente connessa con l’ambiente e la natura. Non è una riproduzione fedele bensì un oggetto magico propiziatorio calato nel mondo contemporaneo per accompagnare le azioni quotidiane verso l’armonia. E così avviene a Tenuta Mara.

Matteo Pugliese, Custode Yanomami, 2015

 

Custode Inuit
Custode Vaishrava
Custode Mursi
Custode Samurai IX