Il  Custode Vaishrava porta a Tenuta Mara un alito d’Oriente. La scultura di Matteo Pugliese posta, insieme ai suoi compagni, a protezione del cuore pulsante dell’azienda vinicola, si presenta armata di tridente e corazzata con un’armatura tinta di blu, ma l’espressione è quieta e serena.

L’artista conosce bene e sembra qui richiamare i  Dvarapala (in sanscrito ‘guardiani delle porte’), diffusi nell’isola di Java e presenti nelle culture indù e buddista: guerrieri giganti,  muniti di armi, zanne e corazze, con il compito di tenere lontano gli spiriti maligni e impuri. In particolare il nome del custode evoca le antiche leggende induiste, in cui Vaishrava è il fratello, nato dallo stesso corpo, di Vaishravana, l’uno devoto al padre Pulstya, l’altro al nonno Brahma; tuttavia il significato va oltre le complicatissime genealogie della religione Indù, evocando piuttosto il principio animatore e conservatore degli esseri viventi. Secondo i Veda la devozione conduce l’anima a risvegliare la sua parte spirituale originale, una dimora libera dall’ansietà, che è la stessa meta a cui tende l’artista con il suo lavoro. Un gioco di verosimiglianza che passa attraverso il suo originale processo creativo per ritrovare una connessione soprasensibile, nel mondo prosaico di oggi.

Anche il Custode Vaishrava contribuisce all’armonia del luogo, irradiando la sua carica positiva e benefica e accompagnando il cammino di chi vive ogni giorno l’esperienza di Tenuta Mara.

 

Matteo Pugliese, Custode Vaishrava, 2014

 

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