Figura e uva di Sando Chia a Tenuta Mara è un invito ai piaceri della vita.
Una donna giunonica, tracciata in silhouette in primo piano, si rilassa sognando un grappolo succoso che si materializza tra una tavolozza, la tela di un quadro e uno stilizzato fondale vegetale; una tipica rappresentazione onirica e surreale dell’artista, in cui tutto si fonde e, come accade sovente nelle sue opere, una citazione metatestuale della pratica pittorica.
All’anagrafe Alessandro Coticchia (Firenze, 1946), Chia è, come noto, uno dei principali esponenti della Transavanguardia (insieme a Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Nicola De Maria), il movimento definito dal critico Achille Bonito Oliva nella seconda metà degli anni settanta che, in risposta alla crisi economica e alla perdita di fiducia nel progresso, ridimensiona lo sperimentalismo ereditato dalle avanguardie con il ritorno alle tecniche pittoriche tradizionali e alla figurazione. Uno stile compendiario nel segno e nel colore, basato su una gestualità artigianale e semplice, volutamente dilettantesca, ma in grado di ripercorrere a piacimento l’intera storia dell’arte e di citarla con eclettismo in base alla propria sensibilità. Immagini oltre il logico e il razionale, articolate in messe in scena poetiche ed evocative ma anche dotate di sottile ironia, esito dell’intreccio di memorie e di rimandi che riducono ogni distinzione tra cultura alta e popolare.
Chia presenta i suoi personaggi in modo umile ma al contempo ieratici come eroi, richiamando in modo più o meno evidente i capolavori del passato. Nel dipinto che ammiriamo, la fanciulla rivolta verso di noi sembra estratta da Le Déjeuner sur l’herbe di Édouard Manet, ma potrebbe anche essere una delle bagnanti di Cézanne o un nudo di Matisse; si tratta di una rielaborazione dell’artista che mantiene e tramanda l’energia positiva associata a quei modelli per richiamare il rapporto tra uomo e natura, reso manifesto con un anelito al frutto prelibato da cui si ottiene il nettare di Bacco; Figura e uva diventa un’opera d’arte da assaporare, pregustando un calice di vino biodinamico, un sogno che a Tenuta Mara si può vivere ogni giorno.