Due piccole opere monocromatiche, una blu e una rossa, solcate da tagli verticali, attirano l’attenzione perché subito evocano l’arte di Lucio Fontana che dei tagli sulle superfici ha fatto il suo marchio di fabbrica. Avvicinandoci e osservando la materia e le sue caratteristiche tattili, capiamo che la superficie è di terracotta e che si tratta dell’Omaggio a Lucio Fontana (2015) di Bonomo Faita.

Una doppia composizione che da un lato richiama il gesto concettuale del maestro dello ‘spazialismo’, movimento fondato a Milano nel 1947 in nome della sintesi artistica tra colore, suono, spazio, movimento e tempo; dall’altro sottolinea l’affinità elettiva di Faita per i materiali ceramici che lo stesso Fontana impiegava largamente nei suoi ‘concetti spaziali’.

Faita è a sua volta uno sperimentatore eclettico e poliedrico nella scelta delle tecniche che vanno dal disegno, alla pittura, dalla ceramica alla fotografia, sempre prediligendo dimensioni contenute e un rapporto intimo con l’opera. Nato a Brescia nel 1955, è uno dei protagonisti del movimento di Portofranco, riunitosi dagli anni Novanta intorno alla galleria di Franco Toselli, come contenitore di idee e proposte lontane dal sistema ufficiale, prediligendo un’espressività lirica e leggera, sull’esempio di Salvo, Ontani, Boetti, Cragg, Nicola De Maria.

I lavori di Bonomo sono apprezzati dalla critica per il notevole spessore, fisico e concettuale, che emerge dall’ambientare elementi quotidiani in luoghi onirici e fiabeschi, a volte malinconici a volte giocosi. Dice Elena Pontiggia “…il suo stile è la lieve vertigine di una realtà che si dimostra poco reale e che, come diceva Licini, se ne va volando per conto suo nei cieli della fantasia”.

E questo fare in forma di ‘gemmazione spontanea’, come Faita stesso afferma, passa altresì dalla rielaborazione di immagini della storia dell’arte recente. Le due formelle di Tenuta Mara, nascono come un fedele omaggio a noti capolavori ma pure vivono di vita propria come una composizione musicale, facendo risuonare le cromie verticali e orizzontali come squilli di tromba e le fenditure come pause o silenzi.

“Sento vicini tutti gli artisti veri. Platone diceva che l’arte allontana dalla verità, mentre io penso che l’arte sia una finzione che ci salva dagli spaventi dell’esistenza.”


Bonomo Faita, Omaggio a Lucio Fontana, 2015, colore acrilico su terracotta