Marco Cingolani è un artista lombardo, nato a Como e operativo a Milano, che porta a Tenuta Mara una fresca allegoria letteraria ricca di colore.

Nella splendida pinacoteca adiacente la cantina, troviamo un bellissimo quadro astratto che porta un nome molto affascinante: “L’alveare di Mandeville, vizi privati e pubbliche virtù“.

Il titolo rimanda alla “Favola delle api”, poemetto del 1705 di Bernard de Mandeville, che da 433 versi iniziali si articola, nell’arco di ventennio, in due voluminosi tomi.

Mandeville era olandese, e con questo componimento vuole portare alla luce i vizi della società inglese visti con gli occhi libertini del periodo. Tuttavia riesce, con magistrale ironia e consapevolezza, a spiegare come, in alcuni casi, i vizi e le devianze sociali siano utili ad alimentare flussi di lavoro ed ad alcuni meccanismi fondamentali per il benessere collettivo.

Particolare di “L’alveare di Mandenville, vizi privati e pubbliche virtù”, 2015, pastello e olio su tela.

Il cromatismo graffiato di Marco Cingolani: una melodia di colore

Marco Cingolani trasmette emozioni con i colori in maniera magistrale. La sua tela è anche costellata di tratti che trasmettono molta forza data dall’energia del gesto.

Ci piace segnalare, oltre al proposito artistico astratto e la splendida composizione cromatica, la ricerca molto dettagliata e sofisticata dei titoli delle opere di Cingolani. Ogni sua creazione, già dal titolo, rimanda ad un viaggio verso altri mondi e altre dimensioni, anche di discipline artistiche diverse.

Il rimando al poemetto di Mandeville è una citazione molto colta che fa riflettere. La contaminazione tra letteratura e arte è una prerogativa che si addice a Tenuta Mara per l’approccio culturale con il quale questo luogo si propone.

I nostri grappoli crescono con la musica classica, il nostro vino invecchia avvolto dalle note di canti gregoriani: Tenuta Mara è un luogo unico al mondo, dove l’arte non ha confini.

marco cingolani
Marco Cingolani, “L’alveare di Mandenville, vizi privati e pubbliche virtù”, 2015, pastello e olio su tela.